ai sensi della Legge 14/01/2013 n.4

Il Counseling in ambito sportivo insegna tecniche di concentrazione, tecniche mentali, motiva e mostra all’uomo-atleta le sue possibilità, rendendo semplicemente manifeste le potenzialità che sono sopite ma soltanto nascoste, celate spesso da quelli che lo sportivo percepisce come limiti, ma altro non sono che paletti mentali posti lì da una mente che molte volte cerca soltanto di frenare il fisico a sua stessa tutela, o peggio insinuati da pensieri limitanti se non addirittura fallimentari. Paure, tensioni, stress sono solo alcuni dei nemici che in una prestazione sportiva attivano una “strategia del fallimento” che da soli rendono la gara scontata.

Perchè un counselor nello sport?

Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell’atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un buon risultato. Ma non bisogna mai perdere di vista il concetto di uomo – atleta ; l’agonista non è un robot, non è un gigantesco meccanismo sostenuto dagli sponsor e da complesse manovre di tipo economico. E’ un uomo, un uomo che ha scelto di sfidare sé e gli altri, con i suoi punti deboli e le sue illimitate potenzialità.— Marina Gerin, Tecniche di allenamento mentale

“Essere”, quindi prima di tutto e in quanto tale da comprendere in toto, da supportare globalmente. I supporti naturali, sono spesso la strada olistica a cui poter anche ricorrere al fine di spostare i “paletti mentali” o le ideazioni limitanti. Non solo ma la scienza ha dimostrato che, in qualsiasi sport, un corretto allenamento mentale è in grado di incrementare notevolmente le prestazioni. I risultati di un tale connubio danno spesso, specie nelle fasi iniziali, risultati incredibilmente validi, permettendo all’atleta il tanto atteso “salto di qualità”.

Schematicamente possiamo individuare dei punti leva per il rafforzamento delle qualità dell’atleta:

  • L'obiettivo
  • La concentrazione
  • L'autostima
  • Capacità fisico-mentali
  • Visualizzazione e Rilassamento
Il percorso da seguire, cosa raggiungere e con che priorità.
Lo sviluppo della capacità di canalizzare la propria attenzione in una sola direzione , la prestazione.
Aumentare la percezione di sé, delle proprie capacità, acquisire fiducia in se stessi soddisfacendo e vincendo anche gli ancestrali bisogni di stima, sicurezza,approvazione, facendo vedere allo sportivo le proprie attitudini.
Attivazione e disattivazione dello stress (Arousal), intesa come capacità di attivare una serie di processi biologici che predispongono il fisico, tanto sul piano muscolare che neurologico, che endocrino alla prestazione, rifacendosi alle innate necessità di sopravvivenza (attacco-fuga). Gestione dell’ansia pre-agonistica e delle crisi nel corso di gara.
Apprendere l’utilizzo della visualizzazione immaginativa, il rilassamento quali strumenti di benessere, metodi che usati nel giusto modo possono essere un validissimo aiuto.

In tutto questo il counselor ha il compito, arduo e costante di “ascoltare in modo attivo”, eventuali problemi, presenti che possano limitare le prestazioni.

A volte gli interessi, anche economici, sono talmente alti, si sa che tutto può apparire “schiacciante” od opprimente tanto da far riaffiorare disagi tutt’altro che auspicabili. Provate a pensare al proprio vissuto che ci plasma in una forma o nell’altra che però, possa rivelarsi col sopraggiungere dei pressanti impegni più o meno adeguata agli eventi che ci capitano nel trascorrere della attività agonistica ad alti livelli. Come in natura, ciò che funziona meglio è quel che è solido, ma sufficientemente flessibile allo stesso tempo. Come in natura, l’essere che sopravvive è quello che senza stravolgimenti della propria conformazione strutturale, riesce ad adattarsi all’ambiente in cui vive con le proprie risorse e strategie di sopravvivenza. Il trucco quindi sembrerebbe risiedere nelle proprie qualità, ereditate o apprese che siano. Una strategia di sopravvivenza che per anni ha funzionato, causa di una sua eventuale rigidità, potrebbe al verificarsi di un cambiamento “ambientale”, una malattia, la morte di un caro, un figlio, non essere più adeguata alla nuova situazione. Da qui  può avvenire un momento di  “crisi”. Il Counselor è quindi colui che funge anche da elemento di catalizzazione, aiutando cioè il soggetto ad orientare e divenire qualcosa con caratteristiche diverse pur rimando sempre se stesso. Lo fa con un rapporto speciale ed uno speciale sentire. Il rapporto Counselor-Atleta è inteso come un incontro tra due esseri umani in crescita continua, ma nell’ambito sportivo come in tutti gli ambiti del counseling, “agisce come riflettore aiutando la persona a mettere a fuoco ciò che non è altrimenti visibile al soggetto.”