In ambito sportivo si utilizzano tecniche di concentrazione, tecniche mentali, motivazione, facendo emergere all’uomo-atleta le sue possibilità, rendendo semplicemente manifeste le potenzialità che sono a volte sopite o soltanto nascoste, celate spesso da quelli che lo sportivo percepisce come limiti, ma altro non sono che paletti mentali posti lì da una mente che molte volte cerca soltanto di frenare il fisico a sua stessa tutela, o peggio insinuati da pensieri limitanti se non addirittura fallimentari. Paure, tensioni, stress sono solo alcuni dei nemici che in una prestazione sportiva attivano una “strategia del fallimento” che da soli rendono la gara scontata.
Perchè uno psicologo nello sport?
Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell’atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un buon risultato. Ma non bisogna mai perdere di vista il concetto di uomo – atleta ; l’agonista non è un robot, non è un gigantesco meccanismo sostenuto dagli sponsor e da complesse manovre di tipo economico. E’ un uomo, un uomo che ha scelto di sfidare sé e gli altri, con i suoi punti deboli e le sue illimitate potenzialità.— Marina Gerin, Tecniche di allenamento mentale
“Essere”, quindi prima di tutto e in quanto tale da comprendere in toto, da supportare globalmente. I supporti naturali, sono spesso a cui poter anche ricorrere al fine di spostare i “paletti mentali” o le ideazioni limitanti. Non solo ma la scienza ha dimostrato che, in qualsiasi sport, un corretto allenamento mentale è in grado di incrementare notevolmente le prestazioni. I risultati di un tale connubio danno spesso, specie nelle fasi iniziali, risultati incredibilmente validi, permettendo all’atleta il tanto atteso “salto di qualità”.
Schematicamente possiamo individuare dei punti leva per il rafforzamento delle qualità dell’atleta:
- L'obiettivo
- La concentrazione
- L'autostima
- Capacità fisico-mentali
- Mental Training e Rilassamento
In tutto questo lo psicologo ha il compito, arduo e costante di “ascoltare e osservare in modo attivo”, eventuali problemi, presenti che possano limitare le prestazioni.
A volte, gli interessi, anche di natura economica, possono essere così rilevanti da risultare “opprimenti” o schiaccianti, al punto da far emergere disagi indesiderati. Si pensi al proprio vissuto, che ci modella in modi diversi, e che, con l’avanzare di impegni pressanti, potrebbe rivelarsi più o meno adeguato a gestire gli eventi che si verificano nel contesto dell’attività sportiva di alto livello. Come accade in natura, ciò che risulta più efficace è ciò che è solido, ma allo stesso tempo flessibile. L’essere che sopravvive, senza alterare radicalmente la propria struttura, è quello capace di adattarsi all’ambiente circostante sfruttando le proprie risorse e strategie.
La chiave di tale adattabilità sembra risiedere nelle proprie qualità, siano esse innate o apprese. Tuttavia, una strategia che ha funzionato per anni potrebbe, a causa della sua rigidità, non essere più adatta a un cambiamento significativo, come una malattia, la perdita di una persona cara o la nascita di un figlio. Questi eventi possono condurre a una fase di “crisi”. Lo psicologo, in questo contesto, interviene per aiutare la persona a orientarsi e a trasformarsi, sviluppando nuove caratteristiche pur mantenendo la propria essenza.
Il rapporto tra psicologo e atleta si configura come un incontro tra due individui in continua evoluzione. In ambito sportivo, lo psicologo “funge da riflettore”, aiutando l’atleta a mettere a fuoco aspetti di sé che altrimenti rimarrebbero invisibili.
Dott.ssa Manuela Marchetti